Regno del Norwold


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Storia moderna

Storia

La storia dall’incoronazione del primo
imperatore di Thyatis alla fondazione
di Oceansend










La penetrazione thyatiana e nordurese
Il sorgere di una nuova potenza espansionista nel Mondo Conosciuto, l’Impero Thyatiano, ebbe ripercussioni anche sul Norwold, dal quale l’imperatore Zendrolion I desiderava distogliere defintivamente l’influenza alphatiana. In seguito ai buoni rapporti di alleanza maturati durante la thyatiana Lotta per la Libertà (2-0 PI) ed ai rapporti di amicizia di molti jarl con l’imperatore thyatiano Zendrolion I, a partire dal 5 DI circa gli Ostlandesi condussero assieme ai Thyatiani una serie di campagne di colonizzazione per fondare insediamenti commerciali e strategici lungo la costa del Norwold – in genere piccole città o rocche, dove in mezzo alla maggioranza normanna sussisteva una piccola ma influente enclave politico-mercantile thyatiana. Queste colonie erano diramazioni di questo o quel clan ostlandese, governate da figli o parenti dei singoli capi guerrieri; pertanto, dopo una o due generazioni, esse diventavano completamente indipendenti, con a capo una dinastia propria e prive di alcun rapporto di sudditanza nei confronti del clan di origine.
Su alcune di queste modeste città-fortezza, l’Impero Thyatiano mantenne un dominio più stretto (in genere si trattava di quelle più stretegiche), con un proprio rappresentante. Uno di questi insediamenti venne costituito dai Thyatiani sul sito di Capo Alpha – il passato insediamento alphatiano in pieno declino, che i Thyatiani conquistarono nel 12 DI e dotarono di fortificazioni e di un discreto porto. L’imperatore alphatiano Alphas VI protestò contro questa violazione del Trattato di Edairo, ma ricevette da Zendrolion I una risposta beffarda: i violatori del trattato erano gli Alphatiani, dal momento che Capo Alpha come insediamento già esisteva al momento della firma del trattato (il che, secondo Zendrolion I, contribuiva a renderlo nullo) e comunque prima che fossero arrivati i Thyatiani.
Ma anche la presa thyatiana su questi territori del nord non riuscì a consolidarsi facilmente. Nel 14 DI insorsero spiacevoli dissapori – forse suscitati dall’influenza alphatiana – fra parecchi capi ostlandesi e Thyatis; la situazione degenerò rapidamente e molti jarl giunsero ad appellarsi all’Impero Alphatiano contro l’alleato di qualche anno prima, e a dare inizio ad azioni di guerra contro l’Impero Thyatiano. Le veloci navi ostlandesi colpirono soprattutto le coste del Norwold, distruggendo le posizioni thyatiane (Capo Alpha venne distrutta nel 15 DI); il denaro alphatiano contribuì a finanziare queste scorrerie. La reazione thyatiana fu tuttavia rapida e capillare: la flotta ostlandese in breve tempo venne annientata, gli jarl riottosi catturati e sostituiti con sovrani filothyatiani; in breve Thyatis instaurò una sorta di protettorato indiretto sui clan delle isole ostlandesi (16 DI). L’Impero Thyatiano riprese il possesso diretto degli insediamenti fondati anni prima sulla costa del Norwold, ma non si spise più a nord dell’Isola dei Trichechi, data la difficoltà di proteggere quelle basi dagli Alphatiani e dai barbari locali; l’interesse principale di Thyatis diventò infatti quello di mantenere delle basi colà soprattutto per sorvegliare l’ingresso del Mare dell’Alba Occidentale e tenervi fuori gli Alphatiani. Il dominio thyatiano sarebbe pertanto limitato alle zone costiere (anche a causa della formazione del reame di Akra, vedi la prossima sezione di questo paragrafo), pur estendendosi per circa tre secoli (5-328 DI).
In questo stesso periodo (50-300 DI), grazie alla ripresa demografica del loro popolo, i Norduresi iniziarono la loro graduale espansione verso nord; nel giro di un paio di secoli, i loro pionieri si erano spinti fino alla baia di Oceansend, commerciavano coi Thyatiani e coi Normanni ed i loro clan fondarono fattorie, rocche e villaggi in tutta questa regione. Contemporaneamente, anche molti halfling provenienti dal sud (si degli ultimi clan rimasti nelle Terre del Nord e nel Nordurland) si insediarono nel Norwold, stanziandosi fra le comunità umane oppure andando ad aumentare la popolazione di Leeha.
Anche alcuni pionieri nani provenienti dalla Casa di Roccia esplorarono le montagne del Norwold in questi secoli, e scoprirono che esse ospitavano ricchi depositi di minerali e metalli. Molti condussero in questi monti le proprie famiglie, e costituirono col passare degli anni propri clan, che si stabilirono in più punti delle catene montuose del Norwold, soprattutto nel tratto centrale della Catena Finale (200-500 DI). In genere questi nani erano in ottimi rapporti con gli abitanti umani civilizzati della regione, mentre tendevano a stare alla larga dai barbari.
Verso il 200 DI l’influenza thyatiana sugli jarl ostlandesi cominciò a scemare; molti di essi si avvicinarono progressivamente all’Alphatia e cercarono la protezione alphatiana contro l’impero rivale, le cui ingerenze divenivano di decennio in decennio sempre più intollerabili. Grazie a questi sviluppi aumentò l’influenza alphatiana nel Mare dell’Alba Occidentale, tanto da permettere all’impero la fondazione di colonie in Alasiya molto vicine a quelle del rivale thyatiano (250 DI). Il crollo dell’influenza thyatiana nel Norwold venne circa un mezzo secolo dopo, all’indomani dello scoppio della guerra civile nell’impero (313-320 DI). Mentre generali e politici si contendevano il controllo del trono e combattevano fra di loro, l’Alphatia colse l’occasione per lanciare un’offensiva contro il rivale (316-28 DI). Durante la lunga guerra che seguì, Thyatis perse le sue colonie norwoldesi, saccheggiate e distrutte dagli Alphatiani, oppure conquistate dai barbari locali alleati con l’Alphatia o decisi a reagire alla penetrazione thyatiana. Alla fine della guerra la presenza thyatiana nel Norwold meridionale era annientata ed il Mare dell’Alba Occidentale finalmente aperto alla penetrazione alphatiana. Ora l’iniziativa per iniziare l’espansione nel Norwold era nuovamente tornata all’Alphatia, che tuttavia impiegò oltre un secolo per concretizzare ancora una volta i suoi tentativi di penetrazione nel Norwold (anche a causa della presenza del reame di Akra – vedi la sezione seguente di questo paragrafo). Viceversa, ci sarebbero voluti quasi altri seicento anni prima che le forze thyatiane rimettessero piede in questa regione.


Le Streghe dei Ghiacci ed il dominio di Akra
Nel 112 DI una giovane sacerdotessa vatski di Marzanna (nome con il quale l’Immortale Hel è conosciuta presso i Vatski) dalle innate capacità magiche, di nome Akra, venne cacciata dalla sua tribù essendo stata accusata di averne ammaliato il capo. Durante il suo esilio ella si imbatté per caso nelle rovine di un insediamento alphiano risalente ai tempi di Alinor; esplorandolo, scovò un deposito di antichi tomi magici appartenuti a qualche grande mago dell’epoca – forse ad Alinor stesso. Con l’ausilio della sua patrona Immortale, ella perfezionò ed ampliò i suoi poteri magici, divenendo molto potente nel padroneggiare le magie legate alle energie fredde.
Dopo anni passati a raccogliere seguaci ed a studiare la magia dei ghiacci, Akra riunì attorno a sé una confraternita segreta di streghe, tutte seguaci di Marzanna ed esperte delle energie fredde (136 DI). Ella ottenne anche l'aiuto di un enorme drago bianco di nome Quesa. Questa Sorellanza delle Streghe dei cominciò ad estendere la sua influenza su molte tribù vatski e norsene, e ad arruolare al suo servizio umanoidi, creature dei ghiacci, giganti e draghi bianchi allo scopo di impadronirsi del Norwold intero. Akra stabilì la sua residenza nella Caverna di Ghiaccio, un anfratto gelato nelle profondità del Massiccio di Quesa.
Unendo l’influenza della sua Sorellanza ai suoi vasti poteri magici ed alla forza delle sue armate, Akra infine sferrò il suo attacco al Norwold ed impose il suo dominio a gran parte del Norwold centro-settentrionale, proclamandosi Regina-Strega del Norwold (164 DI). Clan di giganti del gelo e gruppi di draghi bianchi sottomisero al volere di Akra le tribù degli Jääkansa e dei Viaskoda, altre tribù norsene e vatski caddero sotto il controllo delle sue streghe e progressivamente Akra divenne signora di gran parte del Norwold. Solo le tribù dei Vatski meridionali, dei Norseni orientali e i clan draconici dei Denti del Drago si continuarono ad opporre al suo dominio.
Akra usò le sue potenti magie per trasformare il Norwold in una landa ghiacciata in onore della sua patrona Marzanna; tempeste di neve e tormente imperversarono per mesi e mesi anche nelle zone del Norwold centrale, mentre sui picchi montuosi si formarono ghiacciai che divennero il rifugio di creature quali yeti, giganti del gelo e draghi bianchi. La presenza di questa forza ostile del Norwold limitò fortemente la penetrazione thyatiana nel periodo concomitante, e la costrinse a restare circoscritta alla coste.
Ma il dominio tirannico e spietato di Akra era destinato a suscitare una vasta alleanza dei suoi nemici contro di lei. Col passare del tempo, gruppi di sciamani e sacerdoti appartenenti alle tribù che si opponevano alla Regina-Strega misero assieme le proprie forze per respingere la perfida signora dei ghiacci (322 DI). Dopo anni di battaglie alla periferia del suo dominio, un gruppo di tre ambiziose streghe facenti parte del seguito di Akra – Mequisa, Bethidia e Chasandri – si ribellarono a lei e, con l’ausilio di sacerdoti e guerrieri provenienti dalle tribù ostili ad Akra, intrappolarono la Regina-Strega nella sua dimora e la uccisero definitivamente; il drago bianco Quesa restò intrappolato nella Caverna di Ghiaccio a causa di un potente sortilegio operato dalle tre streghe ribelli, che gli impediva di allontanarsi da essa (336 DI).
Il dominio di Akra si frantumò rapidamente, le tribù umane ed umanoidi riacquistarono la libertà mentre si scatenava la controffensiva ai danni delle creature dei ghiacci che erano state seguaci di Akra. Le streghe membre della Sorellanza vennero braccate per ogni dove e sterminate; alcune sopravvissero e si diedero alla macchia, perdendo i contatti con le loro compagne.
Le tre streghe che avevano contribuito alla caduta di Akra presero dimora nel Monte Crystykk, a nord della famigerata Caverna di Ghiaccio da dove aveva signoreggiato la Regina-Strega. Esse divennero una sorta di protettrici dei segreti di Akra, chiusi assieme a Quesa nella Caverna di Ghiaccio, e delle tribù umane del Norwold contro l’eventuale risorgere di minacce simili e contro la rinascita della nefasta Sorellanza. Col passare del tempo il terzetto assunse il ruolo di protettore del Norwold intero e divenne noto come le Streghe di Crystykk, autrici di profezie, saggie e sorta di oracolo della volontà degli Immortali.
Il feroce drago bianco Quesa restò vincolato alla Caverna di Ghiaccio dalle magie delle Streghe di Crystykk; col tempo egli riescì tuttavia a forzare questi incantamenti, il che gli permise di allontanarsi per periodi dalla Caverna di Ghiaccio alla quale la sua anima restava misteriosamente legata. Nei secoli seguenti Quesa riuscì a ricostituire un piccolo regno di terrore attorno alla Caverna di Ghiaccio: la montagna dove dimorava divenne nota come il Massiccio di Quesa, e diverse tribù di Viaskoda della Bandiera Bianca ed umanoidi locali vennero soggiogate da questo feroce essere, e costrette ad inviargli tributi e sacrifici e servendolo nella speranza di placare la sua ira.






















Gli Alphatiani nel Norwold
Con la scomparsa del dominio thyatiano e la dissoluzione del pericoloso reame di Akra, il Norwold presentava un vuoto di potere nel quale non tardò ad inserirsi l’Impero Alphatiano, desideroso di riprendere una politica espansionistica dopo gli scacchi subiti nei secoli passati dal vicino thyatiano.
L’imperatore alphatiano Volospin III intraprese il primo tentativo di colonizzazione del Norwold dopo la caduta dell’Alphia, cinque secoli prima; lo scopo era quello di fondare una colonia che rifornisse di materie prime (metalli preziosi, legname) la madrepatria e potesse eventualmente fungere nei decenni successivi da tenaglia per schiacciare il Mondo Conosciuto da nord. Sfruttando la concentrazione degli interessi e dell’impegno thyatiano sull’Isola dell’Alba, gli Alphatiani prepararono la spedizione con cura; si decise di installare una testa di ponte alphatiana nella Grande Baia, alla foce del Fiume della Sciabola. La pianificazione e la debolezza dei clan e delle tribù locali favorirono la riuscita dell’impresa, che nel giro di pochi anni condusse alla fondazione di alcuni insediamenti alphatiani sulle sponde sud-orientali della Grande Baia e nella penisola di Alpha (450-460 DI). La colonia alphatiana principale fondata alla foce del Fiume della Sciabola, Volonir, divenne subito un insediamento di dimensioni importanti, dotato di difese magiche e punto di partenza per le forze imperiali dirette a controllare la valle del Fiume della Sciabola.
Deciso a rafforzare con questa conquista il prestigio della sua dinastia, Volospin III fece trasferire forti somme di denaro imperiale nella nuova colonia norwoldese affinché si potesse provvedere più prontamente ai bisogni suoi e dei suoi abitanti; alcune antiche rovine risalenti all’epoca di Alinor vennero recuperate e trasformate in depositi del tesoro.
Dopo il consolidamento dei domini costieri, venne organizzata una vasta campagna militare, mirante ad estendere i domini alphatiani oltre la valle del Fiume della Sciabola. La campagna (495-507 DI), affidata ad un capace generale, procedette bene, con la conquista di numerosi avamposti norseni locali e la dispersione delle tribù norsene ostili. In questi scontri gli Alphatiani si fecero tuttavia nemici gli elfi delle vicine Case nei Boschi e soprattutto i loro protettori, i draghi dei Denti del Drago, che ricordavano il tentativo espansionistico del folle alphatiano Alinor, avvenuto mezzo millennio prima.
D’altro canto in patria gli oppositori della dinastia imperiale non vedevano di buon occhio il rafforzamento dell’imperatore, soprattutto quando si scoprì che Volospin III aveva trasferito parte del tesoro imperiale nei suoi forti norwoldesi, senza il permesso del Gran Consiglio – un fatto che lo espose ad accuse di furto ai danni dell’erario. Mentre in Alphatia infuriava lo scandalo e veniva bloccato ogni fondo dedicato alla della campagna militare nel Norwold, le tribù norsene si riunirono e marciarono in un disperato contrattacco contro l’esercito alphatiano, privo di rifornimenti e disperso in una vasta zona. Le armate imperiali, abbandonate a se stesse a causa del veto imposto dal Gran Consiglio sulla continuazione della campagna, vennero respinte sulle sponde del fiume Sciabola, dove, in una grande battaglia, l’esercito alphatiano venne massacrato e lo stesso generale maledì la regione del fiume, dove precipitò con la sua magica spada (507 DI). L’attacco venne continuato dai draghi, che assalirono in forze e con tutta la loro furia la città alphatiana di Volonir e costrinsero il personale imperiale, le truppe alphatiane e gli abitanti a fuggire dalla regione (509 DI). Volospin III non si diede per vinto e convinse il Gran Consiglio dell’importanza del Norwold, riuscendo a strappare ai suoi oppositori l’invio della flotta imperiale nel Norwold per recuperare la colonia prima che tutti i fondi spesi andassero perduti invano; la grande flotta venne tuttavia affrontata dai draghi ed annientata nelle acque della Grande Baia (510 DI).
Dopo questo insuccesso, la cui colpa venne fatta ricadere sull’imperatore, la campagna del Norwold venne abbandonata ed il progetto di creazione di un nuovo regno colà in breve fu accantonato. Nel giro di mezzo secolo (510-560 DI), la posizioni alphatiane vennero quasi tutte abbandonate, distrutte dai draghi o conquistate dai Norseni; in alcuni casi la fuga degli Alphatiani fu così precipitosa davanti ai nemici che essi furono costretti ad abbandonare addirittura in alcuni forti parte del tesoro imperiale (che, secondo le leggende norsene, giacerebbe ancora in qualche forte abbandonato della regione).


Crescita e sviluppo
Ancora una volta, il Norwold – o meglio, la sua natura selvaggia ed i suoi signori draconici – aveva respinto i conquistatori imperiali e conservato la sua libertà. Per altre tre secoli questa regione sarebbe stata ignorata dagli sguardi dei grandi imperi, impegnati altrove e l’uno contro l’altro. D’altro canto, la lontananza delle ambizioni imperiali diede ai popoli del Norwold quel tanto di respiro che era loro necessario per incamminarsi sulla strada della civiltà.
Fu più che altro l’influenza culturale del Regno di Essuria, sorto nel VI sec. DI sull’Altopiano di Denagoth, a trasformare tradizioni ed usanze dei Norduresi del Norwold centro-meridionale e dei Vatski del Norwold centrale. Le abitudini feudali degli Essuriani ed i contatti sempre più frequenti di questo regno coi suoi vicini introdussero forme più o meno accentuate di feudalesimo anche fra i clan norduresi. Parimenti, il VII sec. DI fu il periodo che vide lo stanziamento di diverse tribù vatski semi-nomadi nella vallata boscosa del fiume Ransarn, dove pian piano vennero costruiti villaggi e borghi; anche presso questi Vatski si insinuò la pratica feudale, in una forma tutta particolare ed autocratica, in cui il potere era egemonizzato dal ceto dei Boiari, i proprietari terrieri.
Per effetto di queste trasformazioni, nei secc. VIII-IX DI nacquero le prime comunità costiere degne di questo nome, ove approdavano commercianti normanni, norduresi, albigesi, thyatiani ed alphatiani. Nell’interno del Norwold meridionale, le necessità di spostarsi da un villaggio all’altro avevano fatto nascere le prime piste battute, percorse da mercanti norduresi, essuriani e vatski. I fiumi, da sempre le
grandi vie di comunicazione che collegavano il Norwold centrale alla Grande Baia, venivano solcate sempre più dai battelli fluviali dei Vatski sedentari. L’incremento della ricchezza e dei traffici portò anche i suoi svantaggi, come gli attacchi da parte dei pirati ostlandesi a partire dal VI sec. DI; questi signori della guerra solitamente effettuavano veloci razzie contro le piccole comunità costiere, ma a volte si stanziavano nella zona coi loro guerrieri, costituendo jarlati e propri villaggi.
A subire più degli altri l’influenza civilizzatrice degli Essuriani furono i Norduresi – che cominciarono sempre più a designarsi come Heldannesi in seguito alle imprese di Heldann Haldis, all’inizio dell’VIII sec. DI. Presso questa gente, soprattutto presso quella che viveva nell’immediato nord della confederazione delle Terre Libere di Heldann, le usanze feudali attecchirono in modo decisivo, tanto che molti capoclan assunsero titoli di derivazione essuriana o thyatiana (baroni, conti e così via). Il crollo repentino del Regno di Essuria nella seconda metà del IX sec. DI non fermò questo processo; anzi, finì per consolidarlo quando entità sorte dal Regno di Essuria, come il Ghyr ed altri potentati heldannesi si proclamarono eredi della tradizione essuriana e ne rivendicarono il possesso.
Viceversa, il centro-nord del Norwold restava una zona perlopiù selvaggia; fatta eccezione per le comunità halfling ed elfiche, e per qualche villaggio ex alphatiano o norseno sedentarizzatosi sotto l’influenza alphatiana, lo stile di vita prevalente era ancora il semi-nomadismo dei Vatski e delle più numerose tribù norsene, a fianco delle quali convivevano numerose tribù di umanoidi e giganti. A nord della Grande Baia i Viaskoda, gli Jääkansa ed i Vaeltajat conducevano la loro vita tradizionale come sempre, angustiati dalle lotte contro gli umanoidi ed i giganti del gelo. Su tutto vigilavano i guardinghi ma riservati occhi dei draghi dei Denti del Drago, depositari di un potere che gli umani, di fronte al progressivo disinteresse dei draghi per le faccende umane, sembravano iniziare a dimenticare ed a considerare mera leggenda.
Tutto considerato, il Norwold restava comunque un paese estremamente frammentato. Non ci sarebbe voluto molto perché altre potenze circostanti si accorgessero di questa frammentazione e, una volta libere da altre preoccupazioni, si lanciassero ancora una volta in un tentativo di colonizzazione e conquista del Norwold, barbaro ma ricco di risorse naturali.


















Il ritorno della Regina-Strega
Il IX sec. DI vide anche il risorgere di un’antica, sopita e dimenticata forza malefica del Norwold. Una delle ultime discendenti delle Streghe dei Ghiacci seguaci di Akra, una norsena di nome Frota, riuscì a penetrare le magie delle Vecchie di Crystykk ed a scoprire i segreti lasciati dalla defunta Akra nella sua antica dimora nel Massiccio di Quesa, la Caverna di Ghiaccio. Con l’aiuto del drago bianco Quesa, ex alleato di Akra, Frota riuscì a risvegliare lo spirito di Akra ed a richiamare l’anima della Regina-Strega dall’oltretomba, venendone posseduta (846 DI).
La rediviva Regina-Strega iniziò a radunare al suo seguito un cospicuo numero di creature dei ghiacci nei Monti Ljallenvals, nella speranza di riprendere il suo sogno di dominio sul Norwold laddove era stata ad abbandonarlo secoli fa. Dentro il corpo posseduto di Frota, ella venne aiutata da un grande drago bianco di nome Niveous. Grazie alle sue potenti magie ed alla manodopera delle tribù umanoidi locali, la novella Akra fece edificare un possente castello di ghiaccio nei Monti Ljallenvals, battezzato la Tomba di Ghiaccio.
Negli anni seguenti Frota riuscì ad estendere la sua influenza, radunando giganti del gelo, yeti e draghi bianchi al suo comando e sottomettendo le popolazioni del Norwold settentrionale, i Viaskoda e gli Jääkansa. Congelando la Grande Baia grazie alle sue potenti magie, Frota poté espandere il suo regno di terrore anche a sud della Grande Baia, riducendo in schiavitù le tribù norsene e con esse molti villaggi e possedimenti isolati.
Dopo anni di tirannia, il dominio di Frota crollò quando la ribellione dei popoli ad essa soggetti sconfisse le sue armate, liberando il Norwold settentrionale e costringendo la strega a ritirarsi nella sua fortezza della Tomba di Ghiaccio. Nella battaglia finale, affrontato da potenti magie, lo spirito di Akra venne costretto ad abbandonare il corpo di Frota e fu finalmente distrutto (874 DI). Il suo "ospite" Frota tuttavia sopravvisse e riuscì a sfuggire alla riscossa dei popoli del Norwold; dal suo nascondiglio nella Tomba di Ghiaccio, ella continuò a meditare la vendetta contro il Norwold ed i suoi abitanti, cercando di escogitare un nuovo modo per soddisfare il sogno delle Streghe dei Ghiacci e della loro patrona Immortale Marzanna.
Questi rivolgimenti avevano lasciato dietro di sé il caos nel Norwold già diviso. In questo vuoto di potere si sarebbero prepotentemente inseriti, ancora una volta, i Thyatiani e gli Alphatiani, questa volta quasi contemporaneamente, segnando così l’inizio della storia del Norwold contemporaneo.



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