Regno del Norwold


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I Norseni

Possedimenti > Territori Indipendenti > Le Tribù barbare


I Norseni sono un popolo che abita il Norwold centrale, stretto fra il mare e le grandi montagne della Catena Finale e della Catena dei Denti del Drago. Essi abitano approssimativamente la zona che si estende dal Mare Alphatiano ad est al Lago Azzurro ed al Fiume Orso Bianco ad ovest, e dalla Grande Baia a nord al Massiccio Testa di Drago a sud. Nelle zone meridionali di questa regione essi si mescolano coi Viatski e con gli Heldannesi.
I Norseni si considerano i legittimi abitanti del Norwold ed i più puri discendenti dei loro gloriosi antenati. Essi discendono infatti dall’antico popolo antaliano, la cui civiltà fu distrutta verso il 1700 PI dall’invasione della Grande Orda umanoide di Re Loark. I superstiti di questa catastrofe che rimasero nel Norwold persero la grande cultura ereditata dai loro antenati, dimenticando le tecniche di forgiatura del bronzo e regredendo pressoché all’età della pietra; essi di sopravvivere rifugiandosi nei boschi e nelle valli del Norwold centrale, al riparo dagli invasori, dove pian piano svilupparono un nuovo stile di vita semi-nomade, basato sul rispetto della natura, sulla caccia e sulla pesca. Soltanto alcuni secoli dopo (1400-1000 PI), quando la presenza degli umanoidi nel Norwold cominciò a scemare e molti di essi emigrarono verso l’Isola dell’Alba, i Norseni recuperarono il possesso delle zone costiere, ristabilendovi a poco a poco la propria presenza.
Per secoli i Norseni hanno vissuto in pace nel Norwold, combattendo strenuamente contro i loro nemici giurati – le tribù umanoidi, i draghi, i giganti – ed intrattenendo saltuari rapporti commerciali con i Vatski e gli Heldannesi del meridione, gli halfling di Leeha e le tribù viaskoda del settentrione. L’arrivo dei conquistatori imperiali thyatiani ed alphatiani ha segnato per loro una nuova epoca: per la prima volta si sono trovati di fronte ad un nemico molto più numeroso, organizzato e superiore, deciso ad impadronirsi delle loro terre. Grazie al loro valore, più volte i Norseni sono stati in grado di respingere gli invasori – in particolare gli Alphatiani, coi quali hanno avuto i contatti maggiori –, ma solo per vederli di volta in volta ritornare in numero sempre maggiore.
In seguito a queste ondate di conquista e colonizzazione, sono sorte sulle coste del Norwold le prime città e villaggi stranieri. Simile processo è andato rafforzandosi con la costituzione del Regno del Norwold nel 992 DI, l’ascesa di Ericall al trono del paese e la Corsa alle Terre, che ha causato la formazione di svariate entità feudali anche nelle zone abitate dai Norseni; grazie alla scarsa pervasività sul territorio intero dell’autorità regia, non si è comunque giunti a veri e propri contrasti.
Di fronte a questi sviluppi, i Norseni hanno risposto in due modi: una parte di essi ha continuato a praticare il proprio tradizionale stile di vita semi-nomade, ignorando sostanzialmente la presenza di Ericall, dei suoi vassalli e dei suoi funzionari; altri hanno invece sentito il “richiamo” di questa ondata colonizzatrice, intrattenendo rapporti sempre più stretti con i nuovi venuti, abbandonando lo stile di vita semi-nomade e fondando villaggi e cittadine stabili, mescolandosi con gli stranieri e le loro usanze nelle città da essi fondate. Tutto ciò ha dato inizio ad una spaccatura nella cultura dei Norseni, fra coloro che sostengono strenuamente le vecchie usanze e stili di vita e coloro che si stanno progressivamente allontanando la esse in favore degli stili di vita importati dagli stranieri. Come questa frattura influenzerà il futuro dei Norseni resta ancora da vedere.

Aspetto
I Norseni portano evidentemente con sé l’eredità del loro sangue antaliano: sono alti e robusti, con spalle larghe e braccia e gambe muscolose, un tratto spesso anche nelle donne. La maggior parte di essi ha i capelli biondi o rossi; rarissimi sono i Norseni coi capelli neri, ed anche per questo è diffusa la credenza che una chioma nera sia segno di un individuo dal temperamento sinistro o presagio di cattiva sorte (a riprova di ciò, i Norseni spesso portano il comportamento dei conquistatori Thyatiani o Alphatiani Puri, molti dei quali hanno i capelli neri).
Sia gli uomini che le donne tengono i capelli lunghi, e li acconciano in trecce e code per comodità. Dal momento che in molte tribù agli individui cacciati dalla comunità per i loro misfatti vengono tagliati i capelli, avere capelli corti viene solitamente interpretato come il segno di una persona indesiderabile.
I Norseni si vestono con semplicità. In primavera e in estate, quando sono a riposo, essi indossano lunghe tuniche adorne di raffinate spille, collari e fasce, strette in vita da cinture dai fini intagli e indossate assieme a bassi stivali di pelle o sandali. Quando sono in viaggio o a caccia, le donne e gli uomini preferiscono bluse, pantaloni e stivali alti. Sebbene non ci sia pressoché differenza fra maschi e femmine norsene nel modo di vestire, i primi in genere indossano colori più scuri (rosso, marrone, nero e talvolta blu), mentre le seconde colori più chiari (bianco, ocra e giallo). Durante l’inverno, i Norseni indossano pesanti pellicce di lupo o di orso sopra gli altri vestiti. I Norseni sono anche famosi per la manifattura di squisiti gioielli – in genere fibbie, fasce ed altri ornamenti simili intarsiati con complessi motivi geometrici o figure di animali, mostri, dei ed eroi.
In battaglia, i Norseni indossano per proteggersi elmetti conici di metallo, scudi rotondi di legno ed armature di pelle, di cuoio o ad anelli cuciti; i più facoltosi fra loro portano giachi di maglia. Le armi preferite dai Norseni sono l’arco, la lancia, una spada dalla lama larga e senza bracci di guardia, ed una sorta di grandi spade a due mani assimilabili alle bastarde del sud. Le asce sono in genere considerate utensili più che armi, ma non è raro che i guerrieri portino con sé anche una leggera ascia da lancio.

Stile di vita
I Norseni si possono dividere in base allo stile di vita che adottano in tre grandi gruppi: le tribù semi-nomadi che si spostano su base stagionale, quelle sedentarie e i Norseni che si sono adattati alla vita nei villaggi, nelle cittadine e nelle città straniere. Di questi tre gruppi, tutti si considerano parte del popolo dei Norseni, sebbene il terzo gruppo – quello dei Norseni “urbani” –, secondo gli altri due, sia stato infettato dalle usanze corrompitrici degli stranieri e quindi si sia allontanato troppo dalla vita tradizionale di questo popolo.

Le tribù semi-nomadi
Le tribù norsene semi-nomadi passano la primavera e l’estate in giro per le vallate del Norwold centrale, andando a caccia, a pesca ed a raccogliere il cibo. Durante l’autunno, quando il clima comincia a raffreddarsi, le tribù si fermano nelle loro sedi di svernamento ancestrali. Solitamente i quartieri invernali di una tribù si trovano in una foresta o in un bosco – dove sono più riparati –, e sempre vicino a ruscelli o corsi d’acqua. Alcune tribù hanno quartieri mobili, la cui posizione precisa varia da stagione a stagione all’interno del medesimo territorio; altre possiedono invece dei quartieri fissi, che nascondono o dove lasciano parte dei loro durante la stagione di caccia.
Giunte nei quartieri invernali, le tribù riprendono il possesso delle eventuali strutture abitative esistenti (abbandonate dalla precedente stagione) o ne costruiscono di nuove, a seconda delle necessità, ivi incluse case lunghe dove vive la tribù, magazzini per le scorte e sale di riunione per i capi. Le tribù passano in questi accampamenti semi-permanenti o permanenti i rigidi mesi invernali, uscendone solo per cacciare o semplicemente per rompere la monotonia quotidiana. A causa dell’inattività della vita invernale, i Norseni sono molto socievoli ed affettuosi verso i loro simili. L’inverno è un periodo di canti, feste, giochi, manifatture e rituali tribali. I tessuti vengono filati e gli abiti cuciti durante l’inverno, e la maggior parte delle armi e delle armature di questo popolo viene forgiata e fabbricata in questo periodo dell’anno.
Quando la primavera arreca il disgelo, le tribù cominciano a migrare, dirigendosi nelle loro terre di caccia tradizionali. La primavera e l’estate sono momenti di grande gioia per i Norseni, perché li trascorrono praticando ciò che più piace loro. I Norseni attraversano il territorio cacciando, pescando, accampandosi sotto il cielo aperto e prendendo contatto con le tribù vicine per commerciare, banchettare e socializzare. Le competizioni atletiche ed i grandi incontri fra le tribù hanno luogo durante l’estate. Diversi luoghi situati nelle terre dei Norseni sono protetti e benedetti dai druidi all’esplicito scopo di ospitare questi incontri. Quando la tribù è in viaggio, gli uomini cacciano, le donne raccolgono il cibo ed i ragazzi e gli anziani ancora abili fanno la guardia alle mandrie di pecore, capre, cavalli ed altri animali.
Al sopraggiungere della primavera, le tribù che possiedono sedi permanenti le nascondono, oppure lasciano una piccola parte dei loro (compreso un buon numero di guerrieri) a proteggerle. Questo compito è in genere ritenuto molto oneroso, ma tutti sanno che è vitale per la sopravvivenza della tribù. I guerrieri che devono restare al campo vengono scelti a caso o con giochi di fortuna. Certi anziani della tribù o altri individui che sono troppo vecchi, malati o altrimenti incapaci di viaggiare vengono parimenti lasciati al campo. Messaggeri fanno periodicamente ritorno al campo durante la stagione di caccia, per condividere il di caccia coi loro simili e per assicurarsi che i propri cari ed il loro villaggio stiano bene.
Le tribù che non possiedono quartieri invernali fissi, ma edificano di anno in anno i loro accampamenti, lasciano che in primavera vengano nuovamente reclamati dalla foresta. Al momento della partenza di una tribù dai suoi quartieri invernali hanno luogo cerimonie solenni e preghiere, compresi ringraziamenti ai poteri della natura e benedizioni per gli alberi e le piante che cresceranno ove prima esisteva l’accampamento. Si dice che i siti dei vecchi accampamenti siano particolarmente benedetti dalla dea Erda (l’Immortale Djaea), e si pensa che si trasformino in luoghi di grande bellezza naturale una volta che la foresta vi fa ritorno.
Le tribù con villaggi semi-permanenti lasciano colà gli anziani e coloro che non sono in grado di spostarsi durante la stagione di caccia; le tribù che costruiscono annualmente i propri accampamenti, tuttavia, devono portarsi dietro anche queste persone. Ciò spesso rappresenta un problema, dal momento che coloro che sono particolarmente malati o vecchi non sono in grado di viaggiare troppo. In queste tribù, i vecchi e gli infermi capiscono da sé che la loro presenza è di ostacolo ai loro compagni, ed abbandonano volontariamente il loro accampamento durante l’inverno, per vagare nelle gelide terre selvagge e non fare mai più ritorno. I popoli stranieri e sedentari (persino i Norseni abituatisi a questo stile di vita) ritengono questo un comportamento incomprensibile e barbarico, ma le tribù nomadi lo considerano non solo accettabile, ma anche onorevole.
Durante l’autunno, le tribù ritornano ai loro accampamenti tradizionali o ne costruiscono di nuovi, preparandosi all’inverno essiccando la carne, commerciando grano ed altre provviste coi mercanti del sud, fabbricando o riparando gli abiti invernali e costruendo o riparando i rifugi per l’inverno. Le tribù interagiscono frequentemente durante l’autunno, prima che gli amici si debbano separare per l’inverno, ed è in questo periodo che vengono sanciti i patti, scambiate le merci e celebrati i banchetti.

Le tribù sedentarie
Alcune tribù norsene, soprattutto quelle che abitano nelle zone più fertili o meno popolate, mantengono residenze stabili, costruendo casupole di legno o di pietra che formano piccoli villaggi (non oltre 200 individui), e si procurano da vivere allevando mandrie o coltivando la terra. Questi Norseni non sono disprezzati dai loro simili nomadi, ma anzi vengono considerati utili “cugini” da visitare per commerciare.
I Norseni che abitano sulle coste sono anch’essi sedentari, e vivono come i loro simili in piccole comunità di non oltre 200 abitanti. Essi si procurano da con la pesca, avventurandosi in mare sui loro knarr o a bordo di altre barche da pesca dotate di reti, per riportare a terra grandi quantità di salmoni, naselli e merluzzi dalle fredde acque del Mare Alphatiano, e non solo: essi cacciano anche le balene, le foche, i narvali ed altri mammiferi marini. Questi Norseni sono particolarmente esperti nell’uso dell’arpione.

I Norseni “urbanizzati”
Sebbene la maggior parte dei Norseni conservi il proprio tradizionale stile di vita semi-nomade, altri Norseni, influenzati dai cambiamenti e dagli sviluppi sociali avvenuti in certe parti del Norwold, si sono stabiliti nelle città fondate dagli stranieri – Oceansend, Thyatia ed altre – o hanno costruito propri più grandi villaggi fortificati. Sebbene i Norseni nomadi non abbiano pregiudizi verso coloro che abitano nei piccoli villaggi e nelle comunità di agricoltori o pescatori, l’insediamento in vere e proprie comunità fortificate e città viene considerato più minaccioso per il loro stile di vita tradizionale. Per la maggior parte dei nomadi, che obbediscono soltanto al loro capotribù e non riconoscono il potere di signori terrieri, feudatari o sovrani, i Norseni che si sono stabiliti nelle città hanno voltato le spalle alla tradizione del loro popolo. Gli abitanti delle città al di fuori delle terre norsene sono considerati fiacchi e depravati e, sebbene la considerazione dei Norseni nomadi per i loro simili adattatisi alla vita urbana non sia così negativa, essi non godono di buona reputazione.
D’altro canto, i Norseni di città ritengono di aver sviluppato un livello di raffinatezza leggermente superiore a quello dei loro “arretrati” cugini. Sono perlopiù marinai, artigiani e commercianti che rispondono ai bisogni dei viandanti stranieri, maneggiano merci straniere e discutono gli affari del mondo esterno ai confini norseni. Essi conservano la loro fedeltà al popolo norseno e sono pronti a battersi per qualunque cosa lo minacci, ma si sentono superiori ai rozzi nomadi, molti dei quali secondo i Norseni urbani sono aggrappati ad uno stile di vita vecchio e fuorimoda.
Nella maggior parte dei casi il conflitto fra i nomadi e la gente di città resta silenziosamente sullo sfondo. Di quando in quando, tuttavia, quando i Norseni nomadi ed urbani si incontrano ai banchetti o nelle taverne, partono offese e scoppiano risse, e ciascuna delle due parti accusa l’altra di aver cominciato.

Religione e visione del mondo
I Norseni hanno ereditato buona parte della loro religione dai propri antenati antaliani: proprio come loro, essi adorano gli Immortali dell’Asatru, hanno una per il valore guerriero in battaglia ed una grande passione per il combattimento. Rispetto ai loro antenati, tuttavia, i Norseni hanno anche maturato – forse grazie ai secoli passati in un posto selvaggio come il Norwold – una forte venerazione per le forze della natura; molte di esse sono incarnate dagli stessi Immortali del loro panteon, e fra di loro quelli che hanno un qualche collegamento con le forze della natura sono prediletti e considerati maggiormente attenti alla tutela dei Norseni. Questo rispetto e questa adorazione per la natura formano in buona misura la base della società e della vita quotidiana norsena, che è scandita appunto dai ritmi naturali. Sebbene il mondo moderno abbia apportato cambiamenti in molte tradizioni norsene ed abbia contribuito alla rottura fra i Norseni e gli abitanti delle città, la venerazione della natura resta forte sia fra i Norseni nomadi che fra quelli “urbanizzati”.
Gli Immortali norseni, ed in particolare la dea Erda, vigilano sul mondo naturale, conservando il suo equilibrio e punendo (con malattie e sfortuna) coloro che lo danneggiano senza motivo. Secondo i Norseni, Erda considera gli uomini parte della natura, e non ha niente contro coloro che prendono quanto hanno bisogno e niente più. Coloro invece che saccheggiano la terra per avidità o guadagno personale, attraggono la furia di Erda. I Norseni praticano l’esportazione di una piccola quantità di legname: questo utilizzo delle risorse on sembra preoccupare oltremodo Erda.
Sebbene capaci di grande gioia, amore e felicità, i Norseni tendono ad essere un popolo fatalista, soggetto a ritenere che il destino di tutte le creature sia predefinito e che la sorte di ciascuna creatura appartenga ad essa soltanto, e come tale sia inevitabile ed inalterabile. Essi non credono all’esistenza di alcun paradiso dopo la morte, ma piuttosto che i morti ritornino ad esser parte del mondo naturale che li ha generati e che gli elementi che li compongono si separino e si ridistribuiscano, cosicché ogni singola forza vitale è, per così dire, immortale. Gli individui particolarmente forti, influenti o importanti a volte si ritiene che si reincarnino per servire gli dei, ma questa è più l’eccezione che la regola.
Questa visione del cosmo poco lungimirante è la causa del fatto che i Norseni ritengono che la sola possibilità di una persona per guadagnarsi l’immortalità risieda nella sua grandezza durante la vita. Le azioni nobili e le imprese eroiche contribuiscono all’eredità che ogni norseno lascia dopo di sé; canzoni e storie narrate circa la vita di uno, gli allegri ricordi e le parole dolci pronunciate in favore dello scomparso sono tutto ciò che resta veramente. Per questa ragione, i Norseni si sforzano di sviluppare qualità di onore, forza, coraggio, abilità in un mestiere o talento come bardi. Più sono i successi durante la vita di un norseno, più durerà la sua memoria.

La guerra
I Norseni sono guerrieri onorevoli che preferiscono un onesto conflitto fra due individui piuttosto che cruente guerre di massa. Essi apprezzano l’abilità con le armi, nonché le capacità atletiche ed artistiche. Le dispute fra due individui vengono spesso decise con gare di canto, di danza o di abilità, oppure da prove di forza. Solo in caso di serio disaccordo si sparge del sangue, poiché i Norseni sanno che il loro numero è scarso, e perciò evitano le morti o le menomazioni quando è possibile.
La guerra è considerata una soluzione adeguata solo contro gli invasori stranieri, gli umanoidi e le creature malefiche. Due capotribù norseni che normalmente non si possono vedere combatterebbero fianco a fianco se le legioni thyatiane o le orde umanoidi invadessero i loro confini. Quando combattono per difendere le proprie case, i Norseni sono fra i guerrieri più arditi del Norwold.

La famiglia
Le dure condizioni climatiche e la lotta per la sopravvivenza costringono i figli dei Norseni a crescere rapidamente e ad assumersi un certo numero di responsabilità. Tuttavia, finché un giovane norseno resta dipendente dai suoi genitori, la sua vita è comoda e l’atteggiamento dei genitori generoso nei suoi confronti. I Norseni considerano avere figli una benedizione particolare di Erda, e li trattano con un livello di indulgenza che altre culture potrebbero addirittura definire viziante.
Una coppia norsena in genere ha quattro o cinque figli. In media, soltanto due o tre di essi sopravvivono fino all’età adulta: il freddo, i predatori, le guerre ed i disagi della vita nomade esigono un pesante tributo fra i giovani. All’età di otto anni, i figli sono ritenuti capaci di prendere il loro posto nella tribù e sono addestrati a compiere mansioni minori, quali cucinare, pulire, badare agli armenti, pescare e cacciare piccoli animali. Questi compiti diventano sempre più onerosi man mano che il ragazzo diviene adulto; all’età di quattordici anni, egli è considerato maturo ed assume tutte le responsabilità previste dalla sua famiglia.
I giovani norseni si sposano generalmente all’età di diciotto o diciannove anni. Il matrimonio è considerato un legame per la vita: concetti quali il divorzio e la separazione sono ignoti. Le vedove ed i vedovi devono tenere il lutto per almeno due stagioni prima di potersi risposare.
Nei giorni in cui tutti i Norseni conducevano vita nomade errando per le valli boscose del Norwold, ai membri delle tribù era permesso sposarsi solo con appartenenti alle tribù alleate, cosicché la tradizione si mantenesse all’interno della cultura nomade norsena. Oggi, tuttavia, molti Norseni si sono stabiliti in villaggi e cittadine, e le vecchie restrizioni sul matrimonio e la fraternizzazione con gli altri clan sono cominciate a scemare. Alcuni capi hanno permesso a membri della loro tribù di sposarsi al di fuori di essa e, lentamente ma inesorabilmente, la nuove usanze dei re e dei nobili hanno cominciato a rimpiazzare il vecchio sistema dei clan nomadi.
I ruoli dell’uomo e della donna sono ben definiti nella cultura norsena, ma non imposti con rigidità. La maggior parte dei capi, dei marinari, dei cacciatori e dei guerrieri sono uomini, mentre le donne in genere badano ai figli, tessono gli abiti, preparano la carne e intraprendono simili attività relative alla casa. Di quando in quando, tuttavia, alcune donne impugnano la spada o intraprendono la via del ramingo o del cacciatore. Questo atteggiamento è considerato ammirevole dai Norseni e non è assolutamente proibito. Le maggiori eccezioni a questa divisione dei compiti sono costituite dal mestiere dei druidi e dei bardi, che possono essere tanto donne che uomini.

La magia
La magia arcana è rara nelle terre dei Norseni. La magia druidica e quella divina sono accettate ed ammirate, mentre le opere di maghi e stregoni – considerati spesso oscuri, infidi e misteriosi – sono evitate o disprezzate. Esistono comunque alcuni maghi fra i Norseni, che operano perlopiù al servizio dei capotribù norseni, ma la maggior parte degli incantamenti praticati dai Norseni sono di natura divina. La stragrande maggioranza dei maghi che praticano le arti arcane sono divinatori o abiuratori e sono comunemente chiamati “veggenti”. Questo è in genere considerato un termine accettabile; le parole “mago” e “stregone” sono essenzialmente sinonimi di “infido intrigante”. Utenti di magia che praticano scuole di magia diverse dalla divinazione e dall’abiurazione sono assenti nella maggior parte dei casi fra i Norseni; in ogni caso la negromanzia è universalmente temuta ed odiata, e considerata opera di Hel e delle sue creature.
I druidi occupano una nicchia unica nella società norsena. Essi sono insieme i sacerdoti della natura, i giudici, gli arbitri, i saggi e gli insegnanti. Essi effettuano cerimonie in onore di Erda nei loro boschi, caverne, circoli di pietre e templi segreti. Essi assistono ai negoziati ed arbitrano le dispute fra il popolo norseno e gli stranieri. Essi dispensano consigli ed assistono i bisognosi, guariscono i malati, aiutano gli indigenti, guidano i dispersi e difendono le vittime dei predatori, degli umanoidi e delle creature malefiche. Se le terre dei Norseni dovessero essere minacciate seriamente, i druidi marcerebbero in battaglia a fianco dei guerrieri norseni, al servizio dei capitribù.
Tutti i Norseni, persino i più violenti e senza legge, onorano i druidi, e farebbe mai consapevolmente del male ad uno di essi. I druidi sono i prescelti di Erda e servono sia la dea che la terra stessa.

Le arti e gli scaldi
Una forte tradizione artistica è presente nella cultura norsena, e sussiste un profondo timore quasi mistico per gli scultori, i pittori, i cantori ed i musici di talento. Gli artisti norseni ritengono che le immagini che essi raffigurano – quelle di sinuosi draghi, lupi, segugi, corvi e varie altre creature, oppure complessi motivi geometrici – siano inviate loro da Erda stessa, in genere sotto forma di sogni.
La tradizione bardica è forte nelle terre dei Norseni. I cantori scaldi – bardi erranti – viaggiano per il territorio, portando notizie ed intrattenendo le lontane tribù nomadi o i villaggi isolati. Fra i Norseni, i bardi sono intoccabili e ferire di proposito uno scaldo è una grave offesa contro gli dei, nonché contro il bardo stesso. Gli scaldi vengono spesso impiegati come araldi e messaggeri, dal momento che in genere sono politicamente neutrali e giurano di essere onesti in tutto quello che fanno. I bardi norseni sono tutti di allineamento legale per questa ragione.
Nonostante il loro allineamento legale, i bardi norseni non hanno alcuna formale organizzazione. I vecchi maestri scaldi che si avvicinano al ritiro in genere prendono con sé alcuni apprendisti per insegnare loro tutti i propri segreti. Di conseguenza, la conoscenza e le abilità degli scaldi passano di generazione in generazione.
In effetti, gli scaldi sono archivi viventi della storia e della cultura norsena. Le loro storie narrano le imprese dei Norseni dai tempi dell’invasione della Grande Orda fino ai giorni presenti. Le canzoni degli scaldi, oltre ad essere appassionanti e divertenti, contribuiscono a conservare l’eroico passato dei Norseni ed a prepararli al loro incerto futuro.


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