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Possedimenti > Territori Indipendenti > Le Tribù barbare
Sono un popolo di origini neathar che popola il Norwold settentrionale. Secondo le loro leggende ancestrali, essi sono giunti nel Norwold a dorso dei loro cavalli, cavalcando oltre le pianure che si estendono oltre le grandi montagne dell’ovest, per sfuggire ai “demoni deformi”, che raccontano essere giunti da un’altra terra per invadere e distruggere la loro antica patria. I Viaskoda hanno origini boreane e questa leggenda fa probabilmente riferimento alla loro cacciata dalla Borea ad opera della Grande Orda di re Loark, attorno al 1700 PI. Giunti nel Norwold settentrionale, essi si sono stanziati nelle regioni pianeggianti a nord della Grande Baia, da dove si sono espansi, sviluppando una cultura peculiare ed assorbendo gli scarsi gruppi di Antaliani superstiti alla
distruzione della loro civiltà.
I Viaskoda vivono da secoli fra i loro vicini Kansajaa e Vaeltajaa, a nord, e le tribù norsene, discendenti degli antichi Antaliani, nelle grandi pianure e steppe del Norwold settentrionale. Divisi in una moltitudine di tribù, ognuna delle quali tiene atteggiamenti diversi nei confronti delle altre tribù e dei popoli stranieri, essi hanno sempre condotto il loro stile di vita senza usurpare le terre altrui – fatte salve le saltuarie scorrerie contro i popoli confinanti. L’arrivo dei conquistatori imperiali, in particolare di quelli alphatiani nell’ultimo secolo, non ha per adesso inciso troppo sulle abitudini di questo popolo; certo è che sono destinate ad insorgere difficoltà nel prossimo futuro, soprattutto in relazione ai diritti accampati dagli Thyatiani sulle terre dei Viaskoda, ed allo stanziamento di feudatari vassalli di Ikkyu al loro interno: i Viaskoda non riconoscono alcun confine, e passano attraverso le terre dei nobili senza pensarci troppo, ma questi ultimi non vedono di buon occhio l’attraversamento delle loro proprietà da parte di intere tribù barbariche dall’incerta predisposizione…
Così come l’atteggiamento dei Viaskoda è vario nei confronti degli stranieri, altrettanto si può dire a proposito delle loro relazioni con razze considerate autoctone del Norwold, come gli elfi delle Case nei Boschi, gli halfling di Leeha e gli umanoidi. Dal momento che evitano i boschi degli elfi, per i quali provano un certo timore, i Viaskoda sono in genere considerati rispettosi e potenzialmente amichevoli dagli Shyie; gli halfling accolgono i membri delle tribù più pacifiche all’interno dei loro territori per commerciare, e spesso ad intere tribù è consentito migrare attraverso le terre degli halfling, che i Viaskoda considerano un popolo inoffensivo e amichevole. Verso le tribù umanoidi ed i giganti, invece, i Viaskoda provano un discredo odio, derivante dalle loro antiche leggende: soprattutto i Viaskoda dell’ovest ingaggiano scontri continui coi giganti della regione e con le bande umanoidi, che sono oggetto di attacchi da parte dei Viaskoda tanto quanto questi ultimi lo sono da parte degli umanoidi.
Aspetto
I Viaskoda hanno la carnagione relativamente pallida, con occhi che, su certi individui, hanno un taglio leggermente allungato; questa caratteristica potrebbe indicare che il loro ceppo neathar di origine è affine a quello degli antichi Ethengariani, prima che il loro sangue si mescolasse a quello azcano. I loro capelli variano dal nero e marrone scuro al biondo tipico delle popolazioni settentrionali; i loro occhi sono azzurri, marroni o neri.
I Viaskoda fabbricano i loro abiti col tessuto, col cuoio e con le pellicce ricavate dagli animali che allevano e cacciano, ed anche le loro armature sono fatte principalmente di questi materiali, con qualche rara integrazione metallica, soprattutto per gli elmi; i loro scudi sono di legno. Tutti i Viaskoda usano l’arco, le armi con cui combattono solitamente dipendono dalla Bandiera alla quale appartengono.
Stile di vita e cultura
I Viaskoda sono divisi in tre grandi gruppi, che essi chiamano “Bandiere”: la Bandiera Rossa, la Bandiera Azzurra e la Bandiera Bianca. Ciascun gruppo occupa una regione ben definita, ed ha una cultura propria che la distingue dalle altre, quasi appartenessero a tre popoli diversi.
Ciascuna Bandiera dei Viaskoda conta circa 15.000 individui, i quali tuttavia vivono divisi in una moltitudine di tribù, che variano dai 100 ai 1.000 membri ciascuna; ogni gruppo riconosce un “capo” – di solito un prestigioso guerriero –, al quale viene demandato il compito di mobilitare la tribù e trattare con i capi delle altre tribù (e con i governanti stranieri). In genere, le tribù appartenenti ad una medesima Bandiera non si fanno guerra fra loro, anche se può capitare che scoppino faide e contese: queste solo raramente sfociano in veri e propri scontri armati votati all’uccisione dell’avversario. I Viaskoda sanno bene che nelle fredde regioni del Norwold sopravvivere è difficile, e che la vita di un guerriero vale molto: solo per le questioni che mettono in gioco l’onore stesso della tribù i guerrieri scendono in campo contro i loro simili.
Ogni anno, durante il solstizio d’estate (il 1° di klarmont), tutte le tribù appartenenti ad una medesima Bandiera si riuniscono per celebrare il Volek Leiho (la «Festa della Fratellanza»). Questi grandi raduni di Viaskoda sono l’occasione per celebrare i riti in favore degli immortali, per organizzare amichevoli contese marziali, banchettare e consolidare i legami di amicizia fra le tribù. In occasione di ogni Volek Leiho, i capi delle tribù appartenenti ad una stessa Bandiera confermano il proprio omaggio al Guldskung (“primo fra i capi”), in genere – ma non sempre – il capo della tribù più forte o numerosa, oppure un capo guerriero di particolare abilità e prestigio. Il Gundskung ha solo una funzione cerimoniale: rappresenta l’unità delle tribù di ciascuna Bandiera di fronte agli immortali ed incarna gli ideali guerrieri della Bandiera tutta. Tuttavia, egli gode di un enorme prestigio fra i Viaskoda di una medesima Bandiera, ed ha anche un altro importantissimo potere: può convocare in battaglia i guerrieri di tutte le tribù della sua Bandiera. Una simile chiamata può avvenire solo in circostanze di assoluta importanza, in cui sia in gioco l’onore della Bandiera o ci si trovi di fronte ad una minaccia di particolare gravità; essa deve aver luogo durante un Volek Leiho, quando cioè tutte le tribù sono riunite. In queste circostanze, il grande vessillo colorato della Bandiera viene riesumato dal suo involucro di pellicce pregiate e portato in battaglia. Una volta passate le circostanze immediate che hanno motivato la chiamata alle armi, le tribù sciolgono la loro temporanea unione.
Fra i Viaskoda, i ruoli dei sessi sono pressoché paritari: sono gli individui più robusti e forti che combattono, gli altri allevano le greggi ed i figli. In genere sono le donne che assolvono quest’ultima funzione, ma non è impossibile che avvenga il contrario, anche se spesso i maschi Viaskoda tendono a non unirsi alle donne che hanno vocazioni marziali, per timore di dover cedere ad esse il ruolo “forte” all’interno del nucleo familiare. Ogni famiglia di Viaskoda è costituita dai coniugi, dai propri genitori anziani, dai loro figli non sposati e dai figli della coppia, e possiede dei beni propri; all’interno di ogni singola tribù, tuttavia – e spesso anche fra tribù diverse di una stessa Bandiera – vigono forti legami di solidarietà: se una famiglia si trova in difficoltà, tutta la tribù, spesso per mezzo del suo capo, contribuisce ad aiutarla. Il guerriero adulto sposato più giovane riveste il ruolo di capofamiglia ed è lui a gestire la divisione delle risorse familiari fra i membri; gli scontenti possono solo appellarsi al giudizio degli altri capifamiglia.
I Viaskoda amano le competizioni marziali, in particolare i duelli di lotta, che essi considerano la forma più sportiva e leale di combattimento. Spesso, quando si fermano in una regione per un po’, avvengono veri e propri tornei di lotta fra i principali guerrieri della tribù o fra guerrieri di tribù diverse. Non è inconsueto veder partecipare donne viaskoda a tali competizioni di lotta. I Viaskoda disprezzano la magia arcana e non la praticano; la magia divina viene usata solo dagli sciamani e dai talto (vedi in ‘Religione’), e solo per la difesa e la protezione della tribù. Gli stranieri che usano la magia per attaccare sono oggetto di sdegno e disprezzo; viceversa, gli estranei che mostrano coraggio e capacità marziali sono oggetto di rispetto da parte dei Viaskoda.
La legge dei Viaskoda viene amministrata dai capifamiglia, oppure dal capo della tribù. In genere nella società dei Viaskoda commettere crimini ha poco senso, poiché compromette la vita dell’intera tribù; quindi, quando ciò accade, le sentenze sono rapide e brutali. L’omicidio viene punito con la morte (in genere con l’abbandono in condizioni precarie in luoghi pericolosi, con l’affogamento o con la precipitazione in un dirupo), il furto ed il tradimento con l’espulsione dalla tribù. Le questioni d’onore invece vengono risolte con duelli fra i contendenti o, se impari, fra campioni da loro scelti. I Viaskoda hanno un’alta considerazione del loro popolo, e non riducono al servaggio i membri della propria Bandiera a causa di crimini; quando sconfiggono in battaglia gli avversari stranieri (appartenenti ad un’altra Bandiera o ad un altro popolo), essi prendono prigionieri, cui fanno svolgere i lavori pesanti per un certo periodo. In genere questi “schiavi” vengono liberati alla vigilia dell’inverno (una bocca in più da sfamare) o quando la tribù si deve muovere rapidamente.
I Viaskoda parlano una propria lingua, il Viaskodano, che possiede anche un proprio, rudimentale alfabeto modellato probabilmente sull’antico alfabeto runico antaliano.
I Viaskoda della Bandiera Azzurra
I Viaskoda della Bandiera Azzurra sono un popolo nomade, che corre in groppa ai propri cavalli seguendo i cambiamenti di stagione. Essi occupano l’ampia regione di pianure e steppe che dà ad est sul Norzee, compresa fra il fiume Spartiterre e la Grande Baia. In estate la maggior parte di loro si sposta in regioni rigogliose ed adatte alla caccia dell’entroterra, dove danno la caccia alle mandrie di bisonti e renne, oppure in fertili pascoli dove far nutrire i loro cavalli. In inverno, essi si ritirano in zone più miti, in genere lungo le coste orientali e le zone meridionali, stabilendo piccoli accampamenti, attendendo il ritorno della primavera e consumando le scorte invernali.
I Viaskoda della Bandiera Azzurra sono un popolo nomade a tutti gli effetti. Quando si fermano in un dato luogo, essi montano capanne fatte di tronchi, ossa e pelli, e recinti per i loro destrieri e le loro greggi; allora, essi danno la caccia alla selvaggina nelle praterie, raccolgono gli scarsi frutti della natura locale e fanno pascolare i propri animali, lavorando i materiali che ne ricavano. I membri di quelle tribù che si accampano lungo i fiumi o sulle rive del mare praticano anche la pesca durante le loro soste. Quando si muovono, invece, essi caricano tutto in groppa ai loro destrieri oppure a bordo di piccoli e robusti carri a due ruote, trainati da loro stessi o dai loro cavalli.
I Viaskoda della Bandiera Azzurra sono esperti allevatori di cavalli e pastori; oltre ai loro destrieri si portano dietro greggi di capre e, talvolta, gruppi di robusti bovini dalle corna lunghe. Con questi animali, producono una varietà di prodotti: manufatti d’osso (scarsi), formaggi, latte, pelli e cuoio (e gli oggetti da essi derivati) e carne. Essi commerciano soprattutto coi Kansajaa del settentrione e coi loro cugini della Bandiera Rossa del meridione, dai quali acquistano legname, armi ed utensili metallici.
I Viaskoda della Bandiera Azzurra si recano in battaglia armati prevalentemente di lance ed archi. In battaglia, circa un quarto delle loro forze combatte a cavallo, compresi alcuni arcieri, che ricordano alla lontana quelli ethengariani. I cavalieri in genere preferiscono la sciabola come arma da mischia da usare in groppa al loro destriero, mentre i fanti usano solitamente piccole asce.
I Viaskoda della Bandiera Bianca
I Viaskoda della Bandiera Bianca sono i più occidentali fra i Viaskoda, e vivono nella zona di valli boscose e steppe situate ai piedi dell’imponente Catena di Ghiaccio; la loro regione è all’incirca compresa fra le valli delimitate dall’Arco di Fuoco e dal monte Crystykk, e si estende ad est fino alla Piana dei Teschi compresa. La vita di queste tribù è condizionata dalla vicinanza delle gelide montagne e dai boschi che ricoprono la regione da essi abitata, ed essi sono fieri sia degli umanoidi e dei giganti che abitano queste contrade, sia delle tribù rakasta.
La zona abitata dai Viaskoda della Bandiera Bianca era un tempo la principale regione dove risiedevano gli antichi nani (prima del 1800 PI); tutta questa parte della Catena di Ghiaccio è cosparsa di rovine naniche, alcune sepolte dal tempo e dall’oblio, altre ancora affioranti dalle nevi, dai ghiacciai e dalle rocce delle montagne; i cunicoli che si dipartono da queste rocche verso il cuore delle montagne sono in alcuni casi ancora per larga parte percorribili, anche se le loro profondità sono in genere divenute la dimora di tribù di goblinoidi ed orchi.
Molte tribù di Viaskoda della Bandiera Bianca hanno stabilito la propria residenza nei pressi delle antiche rovine naniche rimaste in piedi, in alcuni casi sfruttando il materiale preso da quelle rovine per costruire propri ripari e rifugi, in altri riparando le strutture esistenti con le loro scarse tecniche ingegneristiche o semplicemente trovando asilo entro le antiche e possenti mura di edifici nanici. Le tribù in genere passano l’inverno al riparo di queste strutture, dove conservano i loro tesori e le loro scorte. Quelle tribù che non vivono vicino a rovine naniche, solitamente costituiscono il loro accampamento invernale a ridosso delle pendici dei monti o su ripide colline, oppure nel fitto dei boschi. Questi accampamenti sono costituiti da strutture di legno, pelli ed ossa; essi tendono ad essere semi-permanenti: una tribù in genere non si sposta da un determinato luogo finché non è costretta a farlo dalla necessità (invasori ostili, scarsità di risorse, e così via).
Quando arriva la primavera, gruppi di cacciatori delle tribù partono dall’accampamento e passano alcune settimane o mesi lontani dalla tribù; essi si recano a caccia lungo la valle del fiume Orso Bianco, raccogliendo selvaggina e pellicce nei boschi e pesce lungo il fiume – che navigano in piccole canoe –, oppure negli spazi aperti delle valli della Catena di Ghiaccio, ricche di mandrie ed animali selvatici. Le tribù che abitano più ad oriente sono solite effettuare incursioni verso la Piana dei Teschi, all’inseguimento delle mandrie che ivi pascolano. I membri delle tribù che restano all’accampamento (bambini, anziani e membri più deboli, compresa una scorta di guerrieri a tutela loro e dell’accampamento) raccolgono il cibo nei boschi, cacciano piccoli animali, pescano e allevano capre e maiali selvatici.
I Viaskoda della Bandiera Bianca praticano durante tutto l’anno una vasta gamma di attività manifatturiere, che vanno dalla lavorazione del legno all’incisione della pietra. Essi sono anche molto abili nella fusione dei metalli che estraggono dalle montagne, in particolare il ferro e l’argento, e fabbricano una quantità di utensili ed armi di metallo.
In guerra, i Viaskoda della Bandiera Bianca si armano con lance, pesanti asce e spade dalla lama larga. Sebbene siano pratici anche dell’uso dell’arco, non lo troppo di frequente, facendo affidamento su giavellotti e lance per il tiro a distanza. Si proteggono il corpo con corazze di cuoio, di pelle e pelliccia, con integrazioni di piastre metalliche ed elmi di ferro; solitamente non fanno uso di scudi, preferendo brandire le loro armi con due mani. I capotribù che si recano in battaglia lo fanno in genere adorni di sontuose pellicce d’orso o lupo bianco.
I Viaskoda della Bandiera Rossa
I Viaskoda della Bandiera Rossa sono i più atipici fra i Viaskoda, ma anche quelli più conosciuti dalle popolazioni “civili” del Norwold. Essi abitano la lunga costa settentrionale della Grande Baia, dalle propaggini della Contea di Leeha alla zona dei monti Ljallenvals; questa regione è abbastanza diversa da quelle dove abitano le altre Bandiere dei Viaskoda: è coperta di boschi e foreste, ma soprattutto ha nel mare la sua caratteristica essenziale. Questo aspetto ha improntato a sé molte delle tradizioni e delle usanze di questi Viaskoda, che pertanto hanno sviluppato tratti culturali relativamente diversi da quelli delle altre due Bandiere. Probabilmente alcuni di questi tratti culturali derivano ai Viaskoda della Bandiera Rossa dal loro antico incrocio con gli Antaliani indigeni del Norwold; da essi probabilmente questi Viaskoda hanno mutuato le loro tecniche di navigazione relativamente buone.
Le tribù della Bandiera Rossa sono quelle meno omogenee fra i Viaskoda, dato che molte mantengono uno stile di vita diverso fra loro. Una parte di esse dispone di sedi semi-permanenti sulla costa settentrionale della Grande Baia, dove costruisce villaggi con case di tronchi ed attracchi per le sue navi lunghe. Durante la primavera e l’estate, queste tribù passano il tempo presso i loro villaggi costieri, praticando la pesca, scambiando merci coi popoli d’oltremare e dandosi talvolta al saccheggio delle comunità che si trovano sulle altre sponde della Grande Baia. Gruppi di cacciatori partono da queste tribù durante la stagione primaverile ed estiva e si recano a cacciare nei boschi circostanti, senza mai allontanarsi troppo dai loro villaggi. Quando sopraggiunge l’inverno, le navi lunghe vengono tirate a terra e la tribù si reca “in letargo”, rintanandosi nelle proprie capanne e consumando le scorte accumulate durante i mesi più temperati. Alcune tribù hanno l’usanza di spostarsi verso l’interno in autunno, nascondendo la loro sede estiva e stabilendo un accampamento più lontano dalla costa ghiacciata della Grande Baia.
Non tutte le tribù seguono questo stile di vita. Alcune sono nomadi a tutti gli effetti, ed hanno relativamente poco a che fare col mare. Queste tribù solitamente hanno le loro sedi invernali fisse nella zona boscosa a nord della Grande Baia, mentre in primavera si mettono in movimento verso nord, addentrandosi nelle grandi pianure settentrionali per cacciare le mandrie di bisonti e renne che le abitano. In autunno fanno ritorno alla zona meridionale, stabilendovisi per la fredda. Queste tribù ovviamente non dispongono di navi lunghe e di basi costiere.
Sebbene le tribù siano così diverse fra di loro, esse si considerano far parte di un medesimo popolo e gli scontri fra le tribù della Bandiera Rossa sono molto meno frequenti che all’interno delle altre Bandiere dei Viaskoda. Spesso le tribù nomadi della Bandiera Rossa si alleano con quelle che vivono presso la costa, le quali sono solite in questi casi dare dei “passaggi” con le loro navi ai propri cugini, per compiere scorrerie o commerci altrove nella Grande Baia. I Viaskoda della Bandiera Rossa mantengono rapporti relativamente amichevoli – anche se scarsi – con gli elfi delle Case nei Boschi, verso i quali provano un reverenziale timore; gli Shyie, dal canto loro, tollerano il loro passaggio attraverso le zone boscose che non sono occupate dai clan elfici, e, sebbene li disprezzino in quanto barbari e primitivi, sfruttano la loro amicizia per farsene scudo contro più pericolosi avversari della zona. Fra questi non ci sono solo le tribù umanoidi dell’ovest, ma anche i clan dei giganti che abitano i Colli di Jotunheimr, contro i quali molte tribù viaskoda della Bandiera Rossa ingaggiano frequenti scontri.
La caratteristica per cui vanno famosi i Viaskoda della Bandiera Rossa è il loro aspetto feroce in battaglia. La maggior parte dei guerrieri indossa elmetti metallici dotati di corna – alla stregua dei Normanni del meridione – e pesanti corazze di pelliccia, ricavate dalle pelli dei numerosi animali che abitano le foreste dei loro territori. Diversamente dagli altri Viaskoda, le tribù della Bandiera Rossa fanno scarso uso delle armi da tiro in battaglia (l’arco e la lancia vengono usati perlopiù per la caccia); i loro guerrieri sono anzi noti per il coraggio col quale si gettano in mischia contro i loro avversari, brandendo enormi spadoni capaci di infliggere mortali ferite (questi spadoni sono più o meno gli equivalenti di spade a due mani o spade bastarde del Mondo Conosciuto).
Religione
I Viaskoda non adorano molti Immortali, ed il loro misticismo è soprattutto incentrato sugli spiriti della natura e sulla venerazione degli antenati. Essi riconoscono solo due numi supremi:
I Viaskoda non hanno chierici come le altre popolazioni; essi possiedono tuttavia un forte misticismo che pertiene ai loro antenati morti. I Viaskoda venerano i loro immortali sotto la guida degli sciamani, i quali rendono omaggio agli spiriti dei loro caduti; quest’ultimi si manifestano sotto forma di spiriti animali. A tale adorazione gli sciamani dedicano cerimonie settimanali, e spesso i loro capi si rivolgono a loro per ottenere consigli su faccende importanti, se il capoclan non sembra sicuro abbastanza per prendere una decisione da solo. Ciò dà agli sciamani una forte influenza sulla vita quotidiana della tribù, e in effetti sono assai rispettati sia dai comuni membri della tribù che dai capi.
Le principale ricorrenza religiosa dei Viaskoda è il Volek Leiho (1° di klarmont), descritto sopra (vedi ‘Stile di vita e cultura’). Anche altri momenti della vita quotidiana, come le nascite, i matrimoni e le morti, sono occasioni in cui gli sciamani o i capi famiglia amministrano funzioni religiose, che in genere sono incentrate attorno ad un banchetto.
I Viaskoda ritengono che dopo la morte Esdrum permetterà allo spirito di ciascun Viaskoda di ritornare nella loro patria mitica, abbandonata millenni fa, sul dorso dei loro cavalli: colà i Viaskoda vivranno in pace e prosperità. Poiché il corpo, secondo questa visione, morendo libera finalmente l’anima del Viaskoda, gli sciamani bruciano i defunti su cataste di legna, attorno alle quali i guerrieri danzano con felicità, poiché un altro Viaskoda ha trovato la via della gioia.
Altre figure particolari fra i Viaskoda sono i cosiddetti talto. Queste persone sono considerate particolarmente benedette e dotate dai loro padri, poiché hanno una stretta relazione con gli spiriti degli antenati, che impartiscono loro la conoscenza segreta riguardante tutti gli aspetti della vita e della vita dopo la morte. Come dice il detto fra i Viaskoda: «Talto si nasce, non si diventa». Possedere l’omento o un dente alla nascita, dita dei piedi o delle mani palmate, persino un sesto dito o qualsiasi altro marchio distintivo alla nascita sono segni che un bambino è destinato a divenire uno dei talto. I talto sono capaci di usare la magia divina dalla nascita, attingendo al potere che viene loro sia dagli spiriti degli antenati defunti, sia dalle loro anime interne. Di solito vengono addestrati a divenire protettori del loro clan, e giurano di distruggere le creature malvage, specialmente i non-morti e i demoni, ovunque li trovino, concedendo così a queste anime malvage il loro riposo finale.